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FERDINANDO MASSIMILIANO D'ASBURGO

 

Nacque  a Vienna il 6 luglio 1832 secondo figlio dell'arciduca Francesco Carlo d'Asburgo e della principessa Sofia di Baviera. Principe Imperiale e Arciduca d'Austria, Principe Reale di Ungheria e Boemia,  fratello di Francesco Giuseppe  imperatore d'Austria.

La rigida educazione militare, a cui gli eredi della casa d'Austria erano abitualmente sottoposti, non sopirono nell'adolescente Massimiliano, fratello minore dell'imperatore Francesco Giuseppe, la recondita passione per l'esotico, per quanto insomma per lui era sinonimo di avventure misteriose, lontane mille e mille miglia dalla rigida atmosfera conformista della corte di Vienna. Passione finalmente coronata con entusiasmo, quando diciottenne partì da Trieste con il fratello Carlo Ludovico sul piroscafo da guerra “Vulcano” per una crociera verso la Grecia e 'Oriente.

Massimiliano, giunto a Trieste via terra, dopo l'imbarco ,realizzò che solamente quella città, la sua popolazione ed il suo paesaggio circostante rappresentavano il punto di fuga ideale per raggiungere il cuore più segreto della Natura, in  una fusione ideale tra Mitteleuropa ed Oriente.

Molti altri viaggi seguirono, sino al coronamento delle sue aspirazioni con la sua nomina nel settembre del 1854 a contrammiraglio e comandante superiore della marina da guerra imperiale: ciò comportava infatti l'obbligo della sede triestina e la sua presenza costante sul mare.

Massimiliano così l'anno dopo scoprì il sito selvaggio di Grignano, alle porte di Trieste: là, dove doveva sorgere sullo sperone di roccia, che sovrastava il porticciolo, il castello dei suoi sogni, contornato da quello che poi chiamò “un giardino di delizie”, creato secondo un suo personale progetto,

La tradizione, che accompagnò poi la tragica vicenda umana di Massimiliano, si è alimentata di realtà e leggenda per quando riguarda la scelta della località, quale residenza ideale, lontana dal centro urbano, in equilibrio tra mare e natura selvaggia.

Si scrisse che Massimiliano avesse preso terra nella baia di Grignano, fuggendo una tempesta, ma in realtà probabilmente scelse di scendere a terra, mentre ispezionava la costa, sul bragozzo della marina da guerra “Madonna della salute”, nel punto dove nel 1660 era approdato l’imperatore Leopoldo per venerare la statua della Madonna nella chiesa del convento dei Frati Minori.

Vero è che Massimiliano passò quella notte in casa Daneu, andando a passeggiare la mattina dopo sul promontorio presso Grignano.

L’impressione della vista stupenda, che da lì spaziava sul golfo, e la natura selvaggia ed incontaminata del luogo lo convinsero.

Così nel 1856 si registrò a suo nome una prima parte dei terreni: successivamente la sua proprietà raggiunse 48.000 tese quadrate.

Il 27 luglio 1857 sposa la principessa Carlotta, figlia di Leopoldo re del Belgio. Nominato governatore del Lombardo - Veneto partirà subito dopo per Milano. Quando Massimiliano e Carlotta rientrano a Trieste, trovando poco adeguata la villa sul colle di S. Vito, fa costruire nel parco di Miramare il «Castelletto». Qui abiteranno sino al Natale del 1860 per trasferirsi nel Castello, terminato solo nel primo piano,che  diverrà la sua residenza ufficiale .

 

Il progetto, immaginato da Massimiliano stesso, fu affidato all’ingegnere austriaco Carl Junker: la sua gestazione fu particolarmente laboriosa con diverse successive stesure.

L’arredo interno fu competenza di Frank e Julius Hofman, valenti decoratori viennesi.

Nel 1860 venne a compimento la costruzione del primo piano del Castello, che Massimiliano aveva voluto chiamare Miramare.

Al Parco del castello è lui a redigere il primo progetto. Mentre proseguono i lavori al Castello, Carlotta e Massimiliano, a bordo della nave «Fantasia», intraprendono crociere lungo la costa dalmata,  con la fregata «Elisabetta» andranno a Madera e in Brasile.

Quando l'imperatore francese Napoleone III conquistò, con una spedizione militare, la Repubblica del Messico, offrì a Massimiliano la corona del futuro impero messicano. Francesco Giuseppe, come capo della casa d'Asburgo, diede a suo fratello il permesso, ma insistette perché Massimiliano, in cambio, rinunciasse per sempre al trono in Austria. Massimiliano vi rinunciò e partì, per il Messico dove sperava di poter realizzare finalmente, indisturbato dalla poco amata corte di Vienna, le sue idee politiche di una monarchia liberale e moderata.Il 3 ottobre 1863, gli verrà affidata la corona del Messico- Partirà da Miramare, con Carlotta, il 14 aprile 1864,a bordo della fregata «Novara». Giungerà in Messico il 28 maggio 1864.

Quando Massimiliano arrivò in Messico non sapeva praticamente nulla del paese. Non sapeva in quale vespaio politico e militare si sarebbe ritrovato, non aveva la minima idea della situazione caotica che regnava nel paese e che le truppe francesi avrebbero presto abbandonato completamente il paese creando così una situazione molto pericolosa per Massimiliano. Non sapeva che i repubblicani messicani, guidati da Carlo Benito Juarez, non volevano, a nessun costo, accettare un governo straniero e avrebbero subito iniziato a combattere contro il nuovo imperatore, venuto dall'Europa. Nessuno lo aveva informato che gli Stati Uniti d'America non gradivano affatto l'intrusione di una forza europea in una zona che faceva parte della loro sfera di interessi.

Nella sua ingenuità e nella sua ignoranza delle forze politiche del paese Massimiliano accumulò errori su errori: con alcuni decreti liberali adottò molte delle politiche proposte dal repubblicano Juarez, come la riforma agraria, la libertà di religione e l'estensione del diritto di voto alle classi contadine. Ma così si creò nemici tra i suoi alleati conservatori. Dall'altra parte decretò che Juarez e i suoi seguaci che non volevano sottomettersi alla sua corona erano banditi, e che chiunque li incontrasse doveva fucilarli su due piedi. Fu un errore fatale che ebbe l'unico risultato di rendere inefficace le sue riforme e di far inferocire ulteriormente tutti gli oppositori repubblicani.

I repubblicani, appoggiati con armi e denaro dagli Stati Uniti d'America, assalirono le truppe imperiali e riconquistarono il paese. Massimiliano, ormai completamente solo, avrebbe potuto fuggire in Europa, ma esitò, perché avendo rinunciato ai suoi diritti di arciduca, in Austria non aveva più prospettive di un'alta posizione. Francesco Giuseppe allora gli restituì il suo titolo, credendo che i ribelli messicani avrebbero trattato con più rispetto un arciduca austriaco. Ma Juarez non restò minimamente impressionato dal gesto dell'imperatore d'Austria. Molti sovrani d'Europa inviarono messaggi affinché fosse risparmiata la vita a Massimiliano, ma Juárez rifiutò. Voleva inviare il segnale che il Messico non avrebbe mai più tollerato governi imposti da potenze straniere.

Dopo un assedio durato alcune settimane Massimiliano, che si era arroccato nella piccola città di Queretaro,  venne fatto prigioniero e, dopo un breve processo davanti a una corte marziale, fu condannato a morte per fucilazione. La sentenza venne eseguita il 19 giugno 1867 da un plotone di esecuzione composto da sette unità; insieme a Massimiliano vennero fucilati i generali Miguel Miramón e Tomás Mejía. Così finì, dopo appena tre anni, l'infelice avventura messicana di Massimiliano.

Il 9 luglio 1866 Carlotta lasciò il Messico per ritornare in Europa. Essa si recò a patrocinare la causa del marito prima a Parigi e, successivamente, a Vienna e a Roma, ma inutilmente. Napoleone III non voleva più sentire parlare di Messico e il papa Pio IX non aveva nessun motivo per compromettere la Chiesa cattolica in questa questione.

Il corpo di Massimiliano venne imbalsamato ed esposto in Messico e poi, un anno dopo, fu riconsegnato all'Austria e sepolto nella "Cripta dei Cappuccini" a Vienna.

  Sarà la «fatal Novara» dell'ode del Carducci, a riportare la salma a  Trieste, solo tre anni dopo la partenza da Miramare, che   verrà     tumulata nelle tombe imperiali dei frati cappuccini a Vienna.

Sentendosi abbandonata da tutti Carlotta diede i primi segni di un grave squilibrio mentale. Il 7 ottobre 1866 il fratello Filippo accorse a Roma in suo aiuto e, dieci giorni più tardi la condusse a Miramare. Carlotta è in preda ad una fissazione, crede che tutti la vogliano imprigionare ed avvelenare, e di fatto ella fu letteralmente sequestrata nel castello di Miramare, in quanto era sorvegliata dagli agenti della sicurezza austriaca, e fu quasi di forza che, la moglie di suo fratello Leopoldo, la regina Maria Enrichetta, prelevò la sventurata e la ricondusse in Belgio.

Trascorse il resto della sua vita nella tenuta di Bouchout, Morirà nel 1927, nel castello di Bochoute in Belgio. Il Castello di Miramare sarà terminato nel 1870, quattro anni dopo la morte di Massimiliano. 

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